In seguito alla morte dell’amico torero caduto nell’arena, Lorca scrive il bellissimo Llanto por Ignacio Sánchez, in quattro parti.
Il componimento, dopo l’irrompente inizio della prima parte (“La cogida y la muerte” - Il cozzo e la morte -, introdotta e scandita dalle famose “cinco de la tarde” che suonano in tutti gli orologi del mondo), prende via via un tono più pacato (nella seconda parte, “La sangre derramada” - Il sangue versato - e nella terza parte “Cuerpo presente” - Corpo presente) -, e cede alla fine all’elegia e al rimpianto per l’amico morto levandosi a ricordarne la grandezza al di là della morte (nella quarta e ultima parte “Alma ausente” -Anima assente)
casa natale di Garcia Lorca
anima assente
(alma ausente)
No te conoce el toro ni la higuera,
ni caballos ni hormigas de tu casa.
No te conoce el nino ni la tarde
porque te has muerto para siempre.
No te conoce el lomo de la piedra,
ni el raso negro donde te destrozas.
No te conoce tu recuerdo mudo
porque te has muerto para siempre.
El otono vendrà con caracolas,
uva de niebla y montes agrupados,
pero nadie querrà mirar tus ojos
porque te has muerto para siempre.
Porque te has muerto para siempre,
como todos los muertos de la tierra,
como todos los muertos que se olvidan
en un montòn de perros agapados.
No te conoce nadie. No. Pero yo te canto.
Yo canto para luego tu perfil y tu gracia.
La madurez insigne de tu conocimiento.
Tu apetencia de muerte y el gusto de su boca.
La tristeza que tuvo tu valiente alegrìa.
Tardarà mucho tiempo en nacer, si es que nace,
un andaluz tan claro, tan rico de aventura.
Yo canto su elegancia con palabras que gimen
y recuerdo una brisa triste por los olivos.
Non ti conosce nè il toro nè il fico,
nè i cavalli nè le formiche di casa tua.
Non ti conosce il bambino nè la sera
perché tu sei morto per sempre.
Non ti conosce il dorso della pietra,
nè il raso nero dove ti distruggi.
Non ti conosce il tuo muto ricordo
perché tu dei morto per sempre.
Verrà l'autunno con le conchiglie,
uva di nebbia e monti aggruppati,
ma nessuno vorrà guardare i tuoi occhi
perché tu sei morto per sempre.
Perché tu sei morto per sempre,
come tutti i morti della Terra,
come tutti i morti che si scordano
in un mucchio di cani spenti.
Nessuno ti conosce. No. Ma io ti canto.
Canto per dopo il tuo profilo e la tua grazia.
La grande maturità della tua intelligenza.
Il tuo appetito di morte e il gusto della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua coraggiosa allegria.
Tarderà molto a nascere, se nasce,
un andaluso così puro, così ricco d'avventura.
Canto la sua eleganza con parole che gemono,
e ricordo una brezza triste negli ulivi.
Neither the bull nor the fig tree know you,
nor your horses, nor the ants under your floor.
Neither the child nor the evening know you,
because you have died forever.
The spine of rock does not know you,
nor the black satin where you are ruined,
Your mute remembrance does not know you,
because you have died forever.
Autumn will come with its snails,
grapes in mist, and clustered mountains,
but no one will want to gaze in your eyes,
because you have died forever.
Because you have died forever,
like all the dead of the Earth,
like all the dead forgotten
in a pile of lifeless curs.
No one knows you. No. But I sing of you.
I sing for others your profile and grace.
The famed ripeness of your understanding.
Your appetite for death, pleasure in its savour.
The sadness your valiant gaiety contained.
Not for a long time, if ever, will there be born,
an Andalusian so brilliant, so rich in adventure.
I sing his elegance in words that moan,
and remember a sad breeze through the olive-trees.